Oggi i rapidi cambiamenti sociali, culturali, economici
e politici coinvolgono anche la famiglia con delle trasformazioni
significative soprattutto per quanto riguarda le configurazioni, i ruoli
di genere, la complessità e disparità socio-culturale ed economica. I
dati ISTAT riportano una continua crescita dei tassi di separazione e
di divorzio a fronte di una sostanziale diminuzione di matrimoni: nel
2013 le separazioni sono state 88.797 e i divorzi 53.806. Il 72% delle coppie
separate e il 62,7% delle coppie divorziate ha avuto figli durante il
matrimonio. Nel 90,3% dei casi di separazione di coppie con figli si è
realizzato l’affido condiviso.
Il coinvolgimento dei minori nei percorsi di separazione
e divorzio richiama l’attenzione dei professionisti, in particolare dei
professionisti della salute mentale, alla possibile compromissione di aspetti
personali, relazionali e sociali come conseguenza di elevati livelli di stress.
La separazione della coppia genitoriale, infatti, richiede ai figli (bambini,
adolescenti) elevati sforzi di adattamento.
Nelle famiglie separate i figli sono chiamati a
riorganizzare le proprie vite e le relazioni con ciascun genitore, anche
nella quotidianità. Nella crescita evolutiva di un minore, infatti, è
importante la presenza di entrambe le figure genitoriali, figure che dovrebbero
essere il più possibile positive, equilibrate e capaci di assumersi quelle
responsabilità proprie del ruolo psico-educativo, fondamentale nelle diverse
fasi dello sviluppo in età evolutiva.
Le capacità genitoriali dovrebbero r-esistere anche in
seguito ad una separazione, capacità che riguardano il garantire ai propri
figli un ambiente sereno che sia in grado di rispondere, evidenziare e
riconoscere i bisogni del minore. Nelle separazioni la coppia viene meno e si
disgrega, ma la genitorialità e le sue funzioni dovrebbero continuare ad
esistere nell’interesse del figlio . La bigenitorialità è un
aspetto centrale nel processo di separazione e divorzio. Questo compito può
rendersi ancora più difficile se è presente un elevato livello di
conflittualità tra la coppia genitoriale.
Costruire dei ponti relazionali nelle famiglie
separate diventa importante ed è reso possibile dalla creazione di uno spazio
di comprensione reciproca.
I gruppi di parola sono strumenti
di aiuto sia per i figli che affrontano la separazione familiare sia
per i genitori che si trovano a ridefinire e ricostruire i
confini relazionali e familiari.
Infatti, se da un lato il gruppo di parola è direttamente
focalizzato sui figli che vivono la separazione dei genitori, dall’altro può
essere considerato anche un valido aiuto per i genitori poiché permette di
comprendere meglio i bisogni e i vissuti dei propri bambini. I gruppi
di parola non sono gruppi di psicoterapia infantile ma piuttosto
circoscrivono un percorso di condivisione e confronto tra bambini che vivono la
stessa esperienza, a cui viene offerto ascolto, supporto e protezione. Il
gruppo non è solo il setting ma è lo strumento.
Lo scopo centrale dei gruppi di parola è
quello di sostenere e incoraggiare la comunicazione sia tra.pari (bambini
che vivono la stessa situazione) sia tra figli e genitori. Con
l’aiuto di “esperti” i figli hanno uno spazio e un tempo ben definiti in cui
possono condividere la propria esperienza, a livello emotivo,
relazionale, personale, con altri bambini che si trovano nella loro stessa
situazione. Oltre a questo possono manifestare i loro dubbi, le loro
perplessità e trovare delle risposte. In ogni incontro sono previsti degli
“esercizi” che oltre a stimolare l’espressione emozionale e rafforzare
la condivisione relazionale,