lunedì 7 aprile 2014

TUMORE AL SENO, LA DONNA AFFRONTA….

Lo so, non è facile affrontare la malattia oncologica, l’intervento e le terapie che ne conseguono. La paura e l’angoscia di fronte alla notizia di avere il cancro sono reazioni naturali e non certo facili da gestire. L’intervento chirurgico modifica una parte del corpo visibile della donna, parte che per lei rappresenta tre grandi temi della vita: la femminilità, la maternità, la sessualità.
 Molte donne, inoltre, si preoccupano dell’immagine sociale, ossia del fatto che l’intervento, più o meno mutilante, possa influire negativamente su ciò che gli altri pensano di loro. Le emozioni più comuni sono ansia, depressione, paura del futuro: la malattia è uno dei modi in cui la vita ci “toglie il terreno sotto i piedi”. Sembra arrivi sempre nel momento sbagliato, interrompendo bruscamente progetti . Spazza via di colpo i progetti, la nostra agenda, cene con gli amici. Per un periodo, che può essere anche piuttosto lungo, sembra che il ritmo della vita normale sia sospeso e che non ci sia spazio per altro che per la malattia.
Eppure, in questo spazio-tempo così particolare, vissuto da ogni donna in modo diverso, ma con- diviso da tutte, succedono molte cose. Ci si può rendere conto di essere molto più forti di quello che si credeva, si possono rivedere le priorità della propria vita, e si inizia a scoprire il valore di cose spesso date per scontate.
È molto complesso per una donna gestire la menomazione risultante da un intervento al seno: insieme al tumore, infatti, sembra che sia stata asportata anche l’immagine di sé. La cancellazione, o comunque la minaccia, a una parte del corpo che culturalmente rappresenta la femminilità in tutte le sue accezioni (materna, erotica, simbolica) può generare un sentimento di crisi dell’identità, un senso di perdita irreparabile e di rabbia. Inoltre, la paura delle conseguenze fisiche delle terapie amplificano questa sensazione di perdita di controllo sul proprio corpo. Sono sentimenti condivisi più o meno da tutte le donne, normali reazioni a un evento forte e traumatico.

Ci si trova “costrette” a ricostruire la propria  immagine interiore. In qualche modo occorre venire a patti con queste emozioni, senza farsi, però, sopraffare dallo sconforto: è importante, infatti, che l’umore sostenga il delicato percorso di guarigione.
Le persone care, la famiglia, le amiche, le altre donne che hanno superato il tumore sono una vera e propria fonte di risorse  in questo delicatissimo momento. Chiedere aiuto ogni volta che ne si sente  il bisogno, senza alcun timore.
E’ importante sfogarti, condividere , senza temere di sembrare “debole”, è normale avere paura e scoraggiarsi. Rivolgersi  a qualcuno che ti ispiri fiducia. È utile anche che il supporto psicologico sia esteso all’intero contesto familiare. La famiglia può necessitare di una totale riorganizzazione dei ruoli e degli equilibri. Non bisogna avere paura: chiedere aiuto non significa rinunciare a una parte della propria indipendenza. Fa star meglio anche risolvere  gli antichi dissapori e le ferite emozionali. Questo può essere un buon momento per lasciarsi il passato alle spalle e sanare le relazioni.
 Molte donne si chiedono come parlare ai bambini del tumore al seno. Cosa dire dipende dalla loro età, ma è importante cercare di non dire loro bugie. Se dovessero scoprire che hai mentito, questo potrebbe incrinare la loro fiducia in te. Come gli adulti, i bambini hanno bisogno solo delle informazioni che possono gestire. Bisognerebbe dar loro l’opportunità di chiedere, ma capire quanto vogliono davvero sapere. I bambini traggono beneficio quando le abitudini di casa e la routine quotidiana vengono mantenute il più normalmente possibile.

 Se è difficile parlare dei sentimenti con gli altri, è una buona idea tenere un diario nel quale scrivere giorno per giorno quello che uno prova, per poi condividerlo o meno con gli altri.