giovedì 15 luglio 2021

LO PSICOLOGO E IL LUTTO

Lo psicologo aiuta la persona a mettere in atto il rituale di separazione che spesso è stato saltato: ad esempio andare al cimitero, scrivere una lettera al proprio caro che non c’è più, dicendo tutto ciò che non è stato detto prima, o anche per liberarsi da giuramenti o promesse che sono state fatte e che vanno sciolte.

La persona viene aiutata a esprimere tutte le emozioni, i pensieri, i sentimenti che prova.

Il professionista invita il paziente a lasciar andare la persona amata con un ringraziamento per tutti i momenti vissuti insieme e per trasformare la tristezza in gratitudine.

Infine, si porta la persona a riscoprire la propria forza interiore, le proprie risorse e nuove motivazioni per continuare a vivere.

Tuttavia, è bene ricordare che la reazione al lutto è personale ed è influenzata sia dalla propria personalità, sia dalle circostanze che hanno portato alla morte. Infatti, un conto è accettare una morte naturale per vecchiaia, un altro è confrontarsi con il dolore per la morte improvvisa di un coniuge troppo giovane, di un figlio, o una morte per omicidio o un suicidio. Inoltre, è determinante la rete di relazioni e di aiuto che si ha a disposizione nel contesto familiare, amicale e sociale.


Se manca una rete di supporto sarà più facile cadere nella trappola della solitudine, della rassegnazione, della depressione che condurranno ad un lutto irrisolto.

venerdì 12 febbraio 2021

Nuove scoperte sulle cause di demenza.

Le demenze considerate incurabili prima, ora potrebbero essere gestite cambiando lo stile di vita.

Alcuni tipi e alcune cause di demenza sono in realtà il risultato di tanti piccoli colpi, inosservati, ai danni del cervello nel corso del tempo, questo è ciò che i ricercatori del Centro di Neuroscienze di Krembil a Toronto, hanno scoperto.


Ciò suggerisce che possibili cause di demenza possono essere curabili – probabilmente attraverso i cambiamenti dello stile di vita.


Le scansioni del cervello relativamente frequenti hanno rivelato delle piccole macchie tramite risonanza magnetica, che sono caratteristiche di piccoli colpi.


Le conseguenze di queste cause di demenza non erano state notate prima poiché gli studi precedenti avevano scansionato il cervello a intervalli più lunghi – in genere ogni anno.


Le macchie possono anche non produrre alcun sintomo, ma, nel tempo, si pensa che le lesioni possano formare aree nella materia bianca in cui la demenza si può sviluppare.


Circa il 50% degli individui più anziani hanno questo tipo di lesioni della sostanza bianca del cervello, anche se per molti sono innocue.


Per alcuni pazienti, tuttavia, la malattia può progredire fino a quando i sintomi diventano gravi.


Il dottor Daniel Mandell, che ha condotto lo studio, ha detto:


“Siamo rimasti sorpresi.I risultati suggeriscono che piccoli colpi silenziosi sono probabilmente molto più comuni di quanto i medici in precedenza avessero notato, e questi colpi sono probabilmente una delle cause della malattia della sostanza bianca legata all’età, che può portare a demenza. “


Esistono trattamenti per demenze degenerative, in quanto queste spesso sono demenze vascolari che è possibile fermare o almeno rallentare.


“Non sappiamo ancora se questi piccoli colpi rappresentino solo una parte o la maggior parte delle malattie della sostanza bianca osservate nei pazienti più anziani.


Ma là dove le cause di demenza rilevate, grazie al brain imaging, siano imputabili ai micro colpi, il trattamento dei pazienti da parte dei medici dovrebbe iniziare immediatamente,in modo aggressivo, sopratutto nelle persone che presentano fattori alti di rischio ictus, pressione alta, diabete, colesterolo alto, fumo di sigarette e mancanza di esercizio fisico. Questo perché così facendo si possono evitare ulteriori microtraumi e ridurre lo sviluppo del deterioramento e del declino cognitivo nel tempo “.